Brescia Vintage – Fotografie aeree con un look d’annata

“Buonasera, signorina, buonasera” cantava Fred Buscaglione, e ti viene da fischiettarlo, questo motivetto, schioccando le dita, mentre scorrono sul monitor questi fotogrammi. Scatti in cui Brescia, ripresa dall’alto, sembra proprio una gentil donzella d’altri tempi. Non è mai elegante rivelare l’età di una signora, ma la “signorina” Brescia ne ha viste di primavere, se pensiamo che le sue origini risalgono a prima del IV secolo a.C.
Ci siamo chiesti: come fare a raccontare secoli di storia? Non essendoci ancora attrezzati con una macchina del tempo per scorazzare da un anno all’altro, abbiamo pensato che un effetto “bianco e nero” avrebbe potuto dare risultati interessanti. Prima, però, bisognava far volare sui tetti di Brescia il nostro drone.
Solo me ne vò per la città…
Solitario nel cielo, ma seguitissimo da terra: quando il drone decolla, piazza Loggia si ferma. Incantati, bambini, nonni, mamme e papà a spasso per la città in una mattina d’agosto, si fermano a guardarlo. Per nulla intimidito dagli spettatori, il drone decolla e vola sulla cupola di palazzo Loggia, il cuore politico e amministrativo di Brescia.
Era il 1492. Mentre Colombo scopriva l’America, i bresciani posavano la prima pietra della Loggia, alla cui costruzione lavorerà anche il celebre architetto Andrea Palladio. Originariamente, la parte superiore era costituita da una piccola cupola in piombo, con un soffitto di legno, dove erano custoditi tre dipinti del Tiziano, bruciati in un incendio nel 1575. Nel 1769 Luigi Vanvitelli fece realizzare un soffitto provvisorio, a cui poi nel 1914 è stato aggiunto lo scafo in piombo, a forma di carena che il drone ha fotografato nella sua incursione aerea.
Sorvolando palazzo Loggia, il multirotore riprende anche particolari che, dal basso, sfuggono all’attenzione dei passanti. Soprattutto, sorprendono gli scorci immortalati nelle riprese aeree, che mettono a fuoco un’altra cupola, quella del Duomo di Brescia.
Viste da questo eccezionale punto d’osservazione, le due cupole sembrano dialogare. Gli spazi sono stravolti, tutto sembra straordinariamente vicino, Brescia sembra più piccola, raccolta in un abbraccio. A dominare su tutto, il Cidneo.
Ma che bel castello
Per raggiungere il Castello da piazza Loggia ci vuole qualche minuto e molta fatica se non si è allenati ad affrontare decine di scale, ma per il drone basta un attimo. Una leggera rotazione ed eccolo lì, il Castello di Brescia. Per poterlo riprendere su tutti i lati, dobbiamo però spostarci anche noi, e nel cammino ne approfittiamo per rispedire in cielo il drone, a catturare ancora qualche particolare del centro storico.
Arrivati a destinazione, ci concentriamo sul Castello. Quello che vediamo oggi è il frutto di una lunga storia. I primi insediamenti, infatti, sul colle Cidneo risalgono all’età del bronzo (IX secolo a.C.). Furono i romani, nel I secolo a.C., a inserire il castello nel perimetro delle mura cittadine. Con l’avvento del Cristianesimo, l’area del Cidneo assunse sempre più il ruolo di area sacra: viene costruito un martyrium paleocristiano dedicato a S. Stefano, poi sostituito da una grande basilica, demolita nel XVIII secolo. Della basilica rimane oggi solo una delle due torri di facciata, nota come Torre Mirabella, che si vede svettare in uno dei nostri fotogrammi.
Passando dalla dominazione milanese a quella veneziana, dai francesi per ritornare alla Repubblica di Venezia e poi sotto Napoleone e gli austro-ungarici, il Castello di Brescia ha cambiato volto. Da fortezza difensiva a prigione militare: il Piccolo e Grande Miglio, che oggi ospitano dei musei, erano ad esempio depositi delle vettovaglie. A fine 1800, il Comune ha acquistato il colle, dando il via all’opera di restauro, rendendolo molto più simile al luogo che è oggi.
Nel 1904 ci arrivò persino il re Vittorio Emanuele III, per inaugurare l’Esposizione Industriale Bresciana. In quegli stessi anni fu inaugurato anche il Museo del Risorgimento, collegato a Corso Zanardelli tramite una tramvia elettrica. Oggi chi arriva in Castello può visitare anche il museo delle Armi Luigi Marzoli, la Specola Cidnea e due ampi plastici ferroviari.
Scopriamo, inoltre, che l’Associazione speleologica bresciana ha svolto un interessante lavoro di ricerca sui passaggi e condotti che si intrecciano sotto il Castello. Vie di fuga o di comunicazione, costruite nel corso del tempo, che rivelano percorsi inediti, che si possono visitare guidati dagli esperti speleologi.
Mentre loro svelano i sotterranei del Castello, noi ci occupiamo di rivelarne la maestosità con le immagini aeree delle riprese dell’alto.Con la storia del Castello ancora nelle mente, il tocco di “bianco e nero” ci sembra ancora più bello ed appropriato. Il risultato è molto più di una Brescia vintage: i fotogrammi ci restituiscono una città ricca di storia e di cultura, custode di storie e di segreti.